sabato 5 gennaio 2019

BETELGEUSE

Betelgeuse è la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, dopo Rigel, e, mediamente, la decima più brillante del cielo notturno vista ad occhio nudo, data la sua magnitudine apparente fissata sul valore medio di 0,58. È uno dei vertici dell'asterismo del Triangolo invernale, assieme a Sirio e Procione.
In arabo, il nome Betelgeuse può essere tradotto come “spalla del gigante”. Molte culture nel corso della storia hanno identificato Orione come un cacciatore o un gigante. Per gli antichi egizi, la costellazione era Osiride, un dio e re primordiale nella mitologia di quella cultura. In alcuni miti originari delle Americhe, rappresentava una ferita su Orione, forse a causa del colore rosso della stella. Betelgeuse è presente anche nella mitologia aborigena australiana, come tramandato attraverso la tradizione orale.


Betelgeuse è un oggetto colossale e molto luminoso.  E’ una supergigante rossa che si avvicina alle fasi finali del suo ciclo di vita, ha un diametro stimato intorno alle mille volte quello del Sole, con una luminosità assoluta di 100.000 volte quella solare. Stiamo parlando di un oggetto più grande dell’intera orbita di Giove – un fatto sorprendente da ricordare la prossima volta che si esce ad osservare questa stella.
Le sue immense dimensioni rendono però incerta anche la sua distanza, il che rende incerti anche i calcoli di altre proprietà (come la sua massa). La sua distanza è misurata dalla parallasse, che il satellite di Ipparco ha misurato in 6,55 milliarcseconds (che darebbe una distanza di 500 anni luce). Ma la stella stessa si estende per 45 milliarcsecondi nel cielo e come potete immaginare ciò complica le misurazioni dei suoi movimenti nel cielo. L’interferometria radio ha portato a misurazioni più precise della distanza di circa 640 anni luce nel 2008 (anche se le misurazioni combinate pubblicate nel 2017 indicano una distanza ancora maggiore di 720 anni luce). In definitiva, le squisite misure parallasse del satellite Gaia possono aiutare a decidere il dibattito a distanza.
Indipendentemente dalla sua distanza, le osservazioni ci portano a una cosa chiara: Betelgeuse è destinata ad esplodere come supernova relativamente presto, in termini astronomici. Presto potrebbe significare che ha altri 100.000 anni, o forse fino a un milione di anni da vivere, poco in termini astronomici.


Betelgeuse si può distinguere facilmente anche dalle grandi città: è infatti la decima stella più brillante del cielo se vista ad occhio nudo, la nona considerando singolarmentele componenti dei sistemi multipli; nella costellazione di Orione, costituisce il vertice nord-orientale, e spicca rispetto alle altre per il suo colore, un arancione intenso, che contrasta con l'azzurro tipico delle altre stelle luminose di quest'area di cielo. Costituisce inoltre il vertice nord-occidentale del grande e brillante asterismo del Triangolo invernale. Betelgeuse inizia a scorgersi bassa sull'orizzonte orientale nelle serate tardo-autunnali (inizio dicembre), ma è durante i mesi di gennaio e febbraio che l'astro domina il cielo notturno, essendo la stella di colore rosso vivo più brillante dell'inverno. Il mese di maggio invece la vede tramontare definitivamente sotto l'orizzonte ovest, tra le luci del crepuscolo; torna ad essere visibile ad est, poco prima dell'alba, nel mese di agosto.


La fine del mondo e i due Soli
Esistono profezie sulla fine del mondo che si collegano alla comparsa di “due Soli”, riportandoci all’ipotesi dell’esplosione di Betelgeuse.
Secondo gli Hopi il “quarto mondo”, cioè il nostro, finirà quando nel cielo compariranno due soli.
Anche Nostradamus in una sua quartina parla dell’Apocalisse finale quando nel cielo si vedranno apparire due soli:
«La Grande Stella nel Cielo Brillerà per Sette notti 
Nel cielo si vedranno apparire due soli 
Il Gran Mastino Urlerà tutta la notte 
quando il Gran Pontefice lascerà la sua terra»
Giulio Ossequiente, storico romano del IV secolo, nella sua opera “Il Libro dei Prodigi” (De Prodigiis) narra di avvistamenti, effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "scudi di fuoco", "torce", "più soli", "più lune", "ruote luminose" ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi. Nel "De Prodigiis" vi è il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a.C

Informazioni prese da:
gaetaniumberto.wordpress.com
shan-newspaper.com

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