E corro verso il bosco, libera di farlo. Nessuno mi insegue,
nessuno mi chiama indietro. Lascio un mondo pavido e violento, vuoto e
ridondante, casuale e intricato, che si compiace di ricercare perfezione e
produce invece inganni, e ha ridotto la vita una strascicata esistenza prima
della fine. La fine: parola spessa che riempie la bocca di tutti in questo
giorno decisivo: mille anni dopo il
"mille e non più mille" il mondo ripropone smarrimento, angoscia e
paura negli occhi degli esseri umani; paura di non perpetuare la facile
avventura che li ha resi servi di immagini, di oggetti e di un cartavalore;
paura di perdere il certo e smarrirsi nell'incerto, paura di affrontare la
propria anima allo specchio, paura di mettersi in gioco nella sfida per la
consapevolezza, paura di dover riconoscere che un mondo diverso avrebbe
indicato loro la via della libertà. Io, Haria Drusco, liquido quest'epoca
virtuale con una corsa verso il bosco, luogo di bellezza; la luce verde nei
miei occhi sa che domani tutto sarà lo stesso.
Nessun commento:
Posta un commento